A Volpedo, il paese di Giuseppe Pellizza, tutto parla di lui. Le opere riprodotte lungo le vie del borgo, lo studio dove dipinse la Fiumana, la Piazza del Quarto Stato e il bel museo multimediale, che racconta la vita del pittore con un taglio contemporaneo adatto anche i più giovani.
Risalendo il corso del torrente Curone, si arriva a San Sebastiano, un delizioso borgo dall’atmosfera quasi ligure, con palazzetti eleganti, viuzze strette e vivaci case gialle e rosse. Qui ogni novembre si celebra la fiera nazionale del tartufo bianco. Chi entra nel centro storico è accolto dal più antico ristorante del Piemonte, frequentato da persone comuni e nomi leggendari, da D’Annunzio a Cadorna. Il locale dal 1702 appartiene alla famiglia Fontana, ma ha rischiato di chiudere quando è mancata la Signora Matilde. Fu allora che la figlia Marta decise di lasciare la sua casa sul naviglio milanese e tornare alla Valle. Una scelta che ha evitato l’estinzione dell’insegna e ha regalato a tutti la possibilità di continuare a sognare davanti ai suoi incredibili gnocchi alla bava di Montébore, formaggio unico al mondo. Delicato e complesso come i luoghi da cui nasce, il Montébore viene prodotto come novecento anni fa: con caglio naturale e latte crudo, 70% bovino e 30% ovino. Originario proprio della Val Curone e dalla vicina Val Borbera, questa squisitezza a forma di torta nunziale è tanto pregiata che un tempo pare venisse servita solo in occasione dei matrimoni più importanti. La sua storia però finisce con la seconda guerra mondiale, quando le valli si spopolarono e nessuno lo produsse più. Dobbiamo aspettare il 1999 per tornare a sentire il suo gusto burroso, dal sapore di castagna ed erbe di montagna. Allora Maurizio Fava rintracciò l’ultima depositaria della tecnica casearia, Carolina Bracco, che riportò in vita questa prelibatezza, ora diventata Presidio Slow Food.
Quest’itinerario tra arte e gusto si conclude in dolcezza a Tortona, conosciuta da molti come la città della “madonnina dorata”, la maestosa statua ben visibile per lunghi tratti lungo l’autostrada Milano-Genova. Ma Tortona non è solo la città del Santuario voluto da San Luigi Orione. Dopo una passeggiata sotto i portici del suo accogliente centro storico e una coccola tra i mitici cannoncini e gli immancabili baci (anche dorati) nelle sue storiche pasticcerie eredi della più raffinata arte dolciaria piemontese, la tappa d’obbligo è la Pinacoteca del Divisionismo, un gioiello che attira appassionati d’arte da tutta Italia. Tra le sale si trovano le tele dei maggiori esponenti di questa corrente artistica, da Pellizza a Segantini, da Nomellini a Barabino. Anche in queste opere dal colore diviso, preludio alla rivoluzione delle Avanguardie, si percepiscono chiaramente le diverse influenze della pittura di macchia toscana, della Scapigliatura lombarda e della pittura di paesaggio ligure. Un’ulteriore testimonianza dell’identità ibrida di questi luoghi, fonte inesauribile di spunti e contaminazioni che non smette ancora di affascinare.
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