“Romantica e pratica, credo nella necessità di interpretare ogni ingrediente al pieno delle sue potenzialità. Questo significa scomporre la struttura di ogni alimento e reinterpretare i suoi elementi, ciascuno come ingrediente a sé, dotato di una dignità propria e unica. Così ciò che potrebbe apparire povero, diventa essenziale. È un modo di recuperare già alla fonte quello che a un occhio disattento potrebbe apparire inutile.”
L’ingresso da Anna Ghisolfi è quasi austero, semplice ed essenziale, come i mattoni dell’edificio che ospita il suo ristorante, un Oratorio del 1500 costruito a Tortona sulla Via Giulia e sconsacrato alla fine della seconda guerra mondiale. Appena varcata la soglia, davanti a voi si apre un’unica navata, dove sala e cucina si guardano e confrontano calandovi in un’esperienza a tutto tondo, franca e coinvolgente. Qui, in un’atmosfera candida e perfettamente intonata con l’architettura romanica del luogo, vedrete Anna all’opera. Anche la brigata di cucina si alterna al personale di sala, così da garantirvi sempre informazioni puntuali e precise sui piatti che assaporerete. La magia è lasciarsi condurre in questo viaggio sensoriale, fatto di memoria, eleganza e profumi, una magia che difficilmente dimenticherete.
Cosa vi offre la cucina
È il menù stesso a scandire il ritmo. In apertura, l’immediatezza: assaggi semplici e divertenti. A seguire, il territorio: piccole proposte che rimandano alle tradizioni locali. Quindi, i piatti del giorno, che variano a seconda della stagionalità e della disponibilità degli ingredienti, perché ispirati quotidianamente dai colori e dai profumi dei banchi del mercato. A chiudere: dolce poco dolce.
Il menù della domenica è un brunch italiano, con buffet salati e dolci e la possibilità di ordinare un piatto alla carta